lunedì 21 luglio 2008

Ritorno in Grecia



Partimmo per Atene con un biglietto BIGE il 22/9/1976; Il treno si fermava in ogni stazione, anche senza un apparente abitato. Al confine con la Grecia, dopo un’attesa che si protraeva oltre il lecito, ci accorgemmo che il nostro vagone, e solo il nostro, era su un binario morto! Si era un po’ incazzati quando giunse la notizia che il nostro treno era arrivato in ritardo e che, previa integrazione del prezzo del biglietto, avremmo proseguito con un altro superveloce. Seguirono proteste; qualcuno integrò, la maggioranza, noi compresi, no! L’addetto alla biglietteria, incazzato a sua volta, chiuse violentemente lo sportello mandandoci probabilmente a quel paese, ricambiato del resto! Nell’attesa cercammo di fare un giro nei paraggi, subito bloccati dai militari per la tensione che c’era tra Grecia e Turchia.
La stessa tensione che si creò con il bigliettaio greco che, sul treno,pretendeva l‘integrazione del biglietto. Escogitammo molti sistemi per eludere il pagamento; la prima scusa era che non avevamo i soldi: in effetti ne avevamo pochi e non volevamo restare a secco! Il controllore sembrava avesse creduto alle nostre affermazioni finchè ci trovò al vagone ristorante che sgranocchiavamo chissà cosa! Tornò alla carica e qui cominciammo a ciurlare nel manico facendo i finti tonti, dicendo di non capire e che parlavamo inglese! Andò via e credevamo di averla fatta franca; tornò con un tizio che parlava inglese e noi a dire che parlavamo francese! Andò via ancora una volta; Già s’intravvedeva Atene e cantavamo vittoria quando tornò con un poliziotto e ci ritirò i passaporti invitandoci a ritirarli in stazione dopo aver saldato il conto! Dopo una breve consultazione in cui valutammo i pro e i contro, capitolammo e ritirammo i passaporti!
Ad Atene ci imbarcammo su un taxi collettivo, un Mercedes, che ci assicurò l’arrivo a Patrasso per le 19; almeno così pensavamo noi! In realtà procedeva con un andatura turistica, 60-70 km/h fino a Corinto, erano le 17 e mancavano circa 140 km! Non saremmo arrivati in tempo! Chiesi ulteriormente come pensava di arrivare in tempo; stavolta capì che noi si intendeva le 7 di questa sera mentre lui intendeva le 7 dell’indomani! Improvvisamente affondò il piede sull’acceleratore e l'auto decollò. Arrivammo al porto in orario e, dopo una corsa di circa 400 metri, con i nostri pesanti zaini, raggiungemmo la nave, mostrando i biglietti; con nostro grande disappunto ci rinviarono alla partenza perché avremmo dovuto far apporre un timbro in biglietteria. Altri 400 metri indietro, timbro e poi altri 400 metri e la grande bocca del traghetto si chiuse dietro le nostre spalle! Ce l’avevamo fatta ancora una volta! Era il 24/9/1976.

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