venerdì 4 luglio 2008

Kaboul-Istanbul non stop 3^



Il viaggio scorreva lento ma continuo tra le strade polverose con soste per i pasti, le angurie dolcissime e dissetanti, i bisogni fisiologici, il fumo, il riposo notturno attorcigliati tra i sedili; non sopportavo molto questa posizione per cui, appena si faceva sera, in 5-6 persone ci sistemavamo sdraiati nel corridoio del bus, riuscendo a dormire profondamente; Durante la notte, io non mi accorsi di nulla perché dormivo profondamente, Max ed altri entrarono in una moschea dove un guardiano, con un robusto bastone, vigilava affinché gli infedeli non profanassero la sacralità del luogo; Max riuscì ad eludere la sorveglianza non destando, per l’aspetto che aveva acquisito, alcun dubbio sulla sua origine; Una bionda viaggiatrice pomiciò tutta la notte con il giovane bigliettaio turco, litigando irrimediabilmente con il suo compagno; Un’altra coppia venne abbandonata durante una sosta e ripresa alla fermata successiva, dopo qualche centinaio di chilometri d’inseguimento con una macchina di fortuna.
Alla fermata di Teheran, l’aria che si respirava con la gente non era tranquilla, per cui, dopo breve consultazione , ci trovammo d’accordo di proseguire la seconda parte del viaggio fino a Istanbul; pagammo i 25 dollari necessari per la tratta e proseguimmo la nostra folle corsa.
In prossimità di Istanbul l’intestino ricominciò a reclamare una non rinviabile evacuazione. Era sera e, dopo una rapida contrattazione con l’autista, il bus accostò in un posto che a me sembrava un parco; cercai un riparo dietro un cespuglio ben rasato e svuotai il contenuto retto-colico senza ritegno; con mia grande sorpresa, tutti i viaggiatori scesero dal pulmann, poi anche i loro bagagli…: era Sultanhamet, stazione di arrivo, di fronte al Pudding shop! Dopo un iniziale, ma neanche tanto, disagio, zaino in spalla, ci avviammo al nostro hotel.

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