mercoledì 18 giugno 2008

L’ultima cena



Le sonorità create da David Bowie, Doors , Velvet Underground, Frank Zappa, Lou Reed, Jim Morrison, Pink Floyd riempivano l’aria della hall e si mescolava col fumo e il chiacchierio degli ospiti, mentre, a nostra insaputa, si delineava un nuovo stile denominato punk i cui profeti erano, Patti Smith, i Television in America e i Sex Pistols, i Clash e tanti altri in Europa, di cui ne ascoltiamo oggi volentieri ancora le note, magari da sopravvissuti dischi in vinile! Tale fenomeno si sostituiva al fenomeno degli hippy di cui noi pacifisti, idealisti, un po’ trascendenti, ne scimmiottavamo ancora le parvenze, in coda al fenomeno: non eravamo forse sull’hippy trail? Gente la più disparata ci accompagnava in questa ricerca, nella dimensione di un viaggio insieme fisico e mentale; anche anziani (ma forse erano della mia età attuale o anche più giovani) ; non vedevo compagni di viaggio russi, cechi, polacchi, ungheresi, rumeni, albanesi: il 1989 era ancora lontano e, inimmaginabili per me, e forse anche per altri, erano le accelerazioni storiche che si sarebbero verificate in quell’anno. Men che meno, se ciò fosse possibile, vedevo compagni di viaggio africani sull’hippy trail, impegnati, ancora nel secondo millennio, in ben altre rotte! Il gestore, nel tentativo di variare il menu tentava inutilmente di preparare una pizza: per noi andava bene “vegetables soup & rice” e centellinare chai , anche se Fanta e Sprite non mancavano mai, anche nei posti più sperduti e desertici.
Una delle pratiche più frequenti della giornata era rappresentata da un cilum di afgano nero che il gestore dell’hotel ci offriva, non richiesto, in stringhe morbide, per pochi afgani .
Un pomeriggio, cullati da una piacevole brezza, assaporavamo l’acre ed insieme dolce, profumo dell‘ haschisc. “Comprendo la particolarità del momento” dissi solennemente “ma, vedi Max, quando tutto sarà finito, quello ci sarà ancora, lì, lì sotto l’intonaco!” “Cosa dici?” disse Max ridendo a crepapelle. “Si, Cristo ed i dodici apostoli, l’ultima cena, vedi le areole?” Evidentemente non aveva le mie stesse visioni mistiche leonardesche,( o forse più modestamente carlentinesche!) mentre concordava con i mille volti ora tristi ora comici che la luce, aiutata dal vento, forgiava sulla logora tenda che copriva la grande finestra della nostra camera.
Non c’era nulla di tutto ciò: solo i nostri vent’anni, la nostra incoscienza e la convinzione che fumare potesse essere creativo e disinibente, nella logica di un misticismo imperante, di cui noi eravamo la rappresentazione vivente e viaggiante. Quanta gente instupidita dalle troppe canne, e non solo, lungo le strade d’oriente!

Nessun commento: