martedì 29 aprile 2008


VIAGGIO A KABOUL

Introduzione
Il perché di un racconto di viaggio è sempre difficile da spiegare; più facile è comprendere il perché viene scritto a oltre trent’anni di distanza: quasi un rituffarsi nel passato, nel tempo della tua gioventù trascorsa e che banalmente potrebbe tornare mentre esiste solo nei tuoi ricordi; o anche solo dalla constatazione dei tuoi cinquant’anni, già trascorsi da un po’, il picco di una montagna adesso in ripida discesa, sempre più accidentata e sempre più indirizzata all’epilogo e la voglia forse di non disperdere le esperienze pur belle di una vita ; comunque inutile. Ricordi interessanti, attualizzati dai recenti avvenimenti politici in un Paese che viveva ai margini del Medioevo già allora e che è sprofondato nella barbarie negli ultimi anni nonostante le notizie di stampa forzatamente tranquillizzanti.
Ho seguito gli avvenimenti dell’Afghanistan, l’invasione sovietica, le lotte per il potere, i talebani, con l’interesse di chi quei luoghi li ha visti, li ha vissuti, anche se per poco tempo e limitatamente nella dimensione di un viaggio e pertanto in maniera episodica, quasi da una finestra che si è aperta in quell’ ormai lontano agosto del 1976, due decenni dopo Kerouac!

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